LA STORIA

Il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni (Eleanor Roosevelt).

Kerigma è un’associazione di promozione sociale che nasce ufficialmente nel 2008, ma affonda le sue radici in esperienze e percorsi differenti e collaudati che hanno trovato in questa associazione una naturale confluenza. È il frutto di sensibilità maturate negli anni che in essa si intrecciano e trovano espressione, dando vita ai diversi progetti e attività di cui l’associazione si occupa.

L’associazione, ispirandosi ai principi di solidarietà e promozione sociale, si prefigge di ricercare perseguire e promuovere stili di vita ecologici, in relazione alla proposta cristiana.

Concretamente, l’associazione promuove la partecipazione a gruppi di condivisione (gruppi coppie, progetto Effatà, ecc.), la promozione e l’organizzazione di gruppi di acquisto solidali (Gas), la costruzione di una rete di solidarietà tra associazioni e singoli progetti attraverso il sostegno o l’attivazione di iniziative accomunate dalla sensibilità per un modo più sobrio ed una vita più sostenibile.

Proprio per questo, da subito, è nato il desiderio tra gli associati di poter avere un posto in cui il contatto con la natura potesse facilitare il recupero di stili di vita ecologici. L’occasione si è presentata con la donazione in comodato gratuito da parte della Diocesi di Saluzzo della chiesina di San Bernardo in frazione Comba (Melle), per la cui ristrutturazione ci stiamo adoperando. La speranza, in prospettiva, è che possa divenire un punto d’appoggio per attività associative oltre che un luogo integro di fede e cultura.

In una società che tende a dividere, noi ci proponiamo di riconnettere l’uomo con la sua natura, la modernità con le nostre radici e le persone tra loro, che siano esse vicine o distanti. La ristrutturazione di una piccola chiesina di montagna è per noi il simbolo di questo nostro impegno.


IL KERIGMA

Andai nei boschi perché volevo vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita… per non scoprire in punto di morte di non aver mai vissuto (Henry David Thoreau).

Kerigma (dal greco: κηρύσσω – kērússō) significa gridare o proclamare un annuncio, un messaggio essenziale.
Qual è l’essenziale di cui l’uomo del Duemila, con le sue contraddizioni, può ancora nutrirsi per mantenersi vivo? Questa la domanda che ci poniamo e alla quale vogliamo rispondere in una mente associata, in un vivere relazionale in cerca di significati, in un procedere quotidiano che tenga conto di un ambiente (persone, relazioni, natura, ecc.) che si modifica anche in relazione al nostro agire.

La ricerca di quello che ormai chiamiamo il “kerigma” è legato alla continua domanda: “cosa è essenziale” in questa scelta (che sia un acquisto, un modo di pensare il tempo libero o un lavoro), in questa relazione, in questo momento della mia vita? Qual è il messaggio essenziale che devo comprendere in questa situazione, da questa sofferenza o da quest’incontro? Il kerigma, in questo senso, non è un dato, ma una rivelazione da far emergere, mai data una volta per tutte, è la capacità di porsi domande, di andare al centro di noi stessi per incontrare l’altro e la natura di cui siamo parte.

Kerigma è… una scommessa, un’intuizione condivisa e coltivata con persone che si stimano, la possibilità di uscire dal giogo dell’isolamento per sentirsi vivi.

È lottare per un futuro migliore per i nostri figli e per i figli di chi non lotta. È un modo per mantenersi vivi nelle turbinose acque della complessità di questa società globalizzante. È sentire il calore di altri che vogliono scommettere sull’improbabile. È la possibilità di trasformare l’impotenza del singolo nel potere di un Noi vitale ed efficace. È un modo per fare cultura sulla e della vita nelle sue varie forme, promuovendola e lasciando che essa diventi linfa per il quotidiano. È un sogno condiviso che permette di sperare e di continuare ad avere un orizzonte oltre le nebbie dell’incertezza di questi tempi. È la realtà di ambienti di relazione con il prossimo, la società, me stesso, il mondo e con tutto questo nel suo insieme che infine è natura. È fatica ed è sollievo. È presenza, sobrietà ed essenziale. È mantenere lo sguardo rivolto al Signore della Vita.

Saper “scommettere sull’improbabile”, affermazione forte di Edgar Morin, è il requisito indispensabile per sopravvivere creativamente in un mondo fatto ormai di incertezze radicali, di ambivalenze insormontabili spesso tragiche, di trasformazioni sempre più repentine ed imprevedibili. La nostra scommessa è quella di poterci ritrovare ancora vivi e in contatto con la natura di cui siamo parte, pur accogliendo la sfida della complessità del nostro tempo, tenendoci in cordata e dandoci calore e sostegno reciproco.

Dice Sant’Agostino: “Dio non creò le cose e poi se ne andò; ma venute da Lui, le cose restano in Lui e Lui nelle cose”.

In questo senso il kerigma ecologico (leggi del creato) ed il kerigma di Cristo (rivelazione del Creatore) si incontrano nell’unica essenza; la ricerca di questa essenza è lo sfondo su cui ci vorremmo muovere.


L’ECOLOGIA DELLE RELAZIONI UMANE

“Potranno recidere tutti i fiori ma non potranno fermare la primavera” (Pablo Neruda) • “L’uomo, appena dice, dice l’altro” (Martin Buber)

È il passare dall’ego-centrismo all’eco-centratura. È la capacità di chiedersi il senso bio-logico delle cose: non cosa mi fa stare bene (narcisismo, individualismo, ecc.), ma “cosa è per la vita” in questo momento, nella consapevolezza che non vi è una risposta giusta ed una verità ultima.

Ecco perché il kerigma va cercato insieme, per avere più mani per scavare alla ricerca del “tesoro nascosto nel campo”. Consapevoli che ciò che accade nel concreto della vita di tutti i giorni è ormai direttamente collegato con ciò che succede nel resto del mondo, vogliamo iniziare il cambiamento partendo da quelle scelte concrete e significative che, ciascuno secondo le proprie valutazioni, può apportare partendo da casa propria.

Ricercare stili di vita ecologici significa anche recuperare un senso di famiglia allargata nei rapporti umani vissuti nella semplicità e nel senso di responsabilità che deriva dalla consapevolezza che tutto è in relazione a tutti.

Riteniamo che ci sia una linea di continuità che collega il cibo coltivato da un contadino di cui mi fido, che ama la terra e la salute sua e dei suoi clienti, con le dinamiche di giustizia planetaria, fino al modo di stare insieme tra amici.

Questa linea di continuità noi la chiamiamo ecologia, in perfetta linea con la ricerca dell’essenzialità del messaggio cristiano.


LA CONDIVISIONE

“L’opposto del consumo non è la parsimonia, bensì la generosità” (Raj Patel)

Condivisione e relazione sono due parole chiave per l’esperienza associativa di Kerigma che fanno da pilastri per l’intera piattaforma della ricerca di essenzialità che ne connota l’esistenza.

Condividere per strappare stralci di sobrietà dal vivere tumultuoso della società dei consumi, per ricordarci che un “altro modo” è possibile e per riportare l’uomo, non i consumi, al centro del nostro pensiero.

La condivisione è quindi il cuore pulsante di Kerigma nelle sue varie forme: la condivisione del sogno di una vita più a dimensione naturale, di un progetto di economia sostenibile e solidale, di ricerca di modi e saperi che vadano in quella direzione e infine la condivisione di un sostegno reciproco per non sentirci soli nel perseguire quelle intuizioni che vanno alla ricerca del Kerigma.

Per ora condividiamo: l’acquisto del necessario in modo solidale attraverso i GAS, aspetti della vita tramite i gruppi di condivisione (germogli di K., Slow man, donne di K., gruppi coppie, gruppo opportunità, ecc.), momenti di festa e convivialità (nodi di K., cena di Natale), momenti di lavoro per il bene comune (rueido), auto produzione di cibi e manufatti e l’appartenenza a progetti in linea con le finalità associative (cittadinanza attiva, solidarietà, ambiente, ecc.).